Lavoro, il preoccupante fenomeno dopo la pandemia: cosa sta succedendo

Dopo la pandemia di Covid si è sviluppato un preoccupante fenomeno che riguarda il lavoro. Ecco di cosa si tratta e quali potrebbero essere le cause.

Tra aprile e dicembre 2021 un gran numero di lavoratori negli Stati Uniti ha deciso volontariamente di licenziarsi dal posto di lavoro. Questo fenomeno, chiamato dagli americani “Big Quit” o “Great Resignation“, ha visto l’abbandono del proprio impiego proprio in un momento di crisi economica dovuto alla pandemia di Covid.

Lavoro, continuano ad aumentare i licenziamenti - Investire sul web.
Lavoro, continuano ad aumentare i licenziamenti – Investire sul web.

Sembrerebbe infatti controintuitivo che, proprio nel momento in cui l’economia rallenta, le persone decidano volontariamente di perdere il loro reddito. Anche in Italia si è assistito ad un significativo incremento del tasso di cessazione a partire dalla fine del 2021. I motivi che guidano le scelte dei lavoratori italiani sembrerebbero le stesse di quelli statunitensi.

Lavoro, lo strano fenomeno in Italia dopo il Covid

Secondo i dati INPS, a dare volontariamente le proprie dimissioni dal lavoro sono soprattutto i più giovani. Nei primi tre mesi del 2022 il tasso di licenziamento è stato superiore del 35% rispetto al primo trimestre del 2021 e del 29% rispetto al primo trimestre del 2019. Con la fine dei lockdown, le dimissioni sono aumentate vistosamente.

I dati di ISTAT sull'occupazione nel III trimestre 2022 - Investire sul web.
I dati di ISTAT sull’occupazione – Investire sul web.

Incuriosisce senz’altro scoprire che ci sono persone disposte a lasciare il proprio posto di lavoro, anche se si è stipulato un contratto a tempo indeterminato. Secondo Adecco, i motivi da ricercare in questa crescita importante delle dimissioni volontarie è la ricerca fra un miglior equilibrio fra la vita privata e la vita lavorativa.

Il ritorno al lavoro frontale ed agli orari rigidi: la reazione dei giovani

Durante la pandemia molti lavoratori hanno potuto accedere allo smart working, che in diversi casi è stato poi istituzionalizzato attraverso i contratti integrativi. Alcune aziende, però, subito dopo la fine dei lockdown sono volute tornare subito al lavoro in presenza. Anche per questo motivo, numerosi dipendenti si sono dimessi per cercare più flessibilità.

I dati sui disoccupati amministrativi, ovvero coloro che hanno inviato le Dichiarazioni di immediata disponibilità al lavoro - Investire sul web.
I disoccupati amministrativi secondo i dati del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – Investire sul web.

Poter usufruire del telelavoro o dello smart working, oltre alla possibilità di avere degli orari flessibili, permette anche di poter andare a vivere più lontano dalle città. Questo significa anche poter vivere in un’abitazione più spaziosa. Poter risparmiare sui trasporti da casa a lavoro permette sia un risparmio economico che di tempo.

Quali potrebbero essere le motivazioni al cambiamento: il parere

L’aumento delle dimissioni non significa che i dipendenti abbiano abbandonato l’idea di avere un mestiere o una professione. Al contrario, i dati mostrano che, appena la richiesta di personale è ripresa dopo la pandemia, sono aumentati i licenziamenti volontari. Si è dunque colta l’occasione al volo per cercare un impiego migliore.

La sindacalista Tania Sacchetti della CGIL, però, ha spiegato a Il Messaggero: “L’Italia è però occupata per circa il 95% da microimprese. Quelle dove si eroga poca formazione, si genera minore conciliazione vita-lavoro, si intravedono le minori prospettive di crescita economica e professionali“. Questo potrebbe spiegare la voglia di cambiamento.

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